Notizia già vecchia quella di Swisscom che acquisisce Vodafone Italia, operazione che è andata in atto a inizio 2025, ma ne parliamo oggi perché proprio questa notizia può cambiare, e di molto, la condizione della rete di Fastweb e della stessa Vodafone, sia su mobile che su fibra.
Swisscom, per chi non lo sapesse è un’azienda svizzera che possiede il 100% di Fastweb e, con l’acquisizione di Vodafone Italia, entra in possesso di un’importante fetta del mercato italiano.
Ma andiamo con ordine e comprendiamo insieme la situazione attuale, passata e futura su entrambe le reti per entrambi gli operatori.
Rete Mobile di Fastweb e Vodafone
Partiamo proprio dal mobile, dove nei fatti ci potrebbe essere la variazione più grande. Valutando la situazione attuale scopriamo che Vodafone è un operatore fisico, quindi possiede le torri e la rete fisica. Si tratta di uno dei 4 operatori autorizzati in Italia, insieme a TIM, WindTre e Iliad, oltre a Rete Ferroviarie Italiane, che però opera in un ambiente limitato.
Fastweb d’altro canto è sempre stato, per quanto riguarda il mobile, un operatore virtuale (almeno parzialmente), cioè un operatore senza rete e che per far navigare i propri clienti si è sempre appoggiato a rete terza. Storicamente Fastweb ha sempre lavorato su rete TIM per il 4G e negli ultimi anni su rete Wind per il 5G, impegnandosi con quest’ultima nello sviluppo della rete di nuova tecnologia, con importanti obiettivi al 2026.
Questo almeno fino a oggi, perché l’acquisizione di cui abbiamo parlato cambia completamente le regole. Infatti, considerando che ora Swisscom si trova in mano la rete mobile di Vodafone, che senso ha far usare a Fastweb la rete di TIM o di WindTre? Economicamente nessun senso, infatti se si continuasse su questa strada per la società svizzera ci sarebbe una perdita economica, con conseguente rafforzamento di competitor diretti (TIM e Wind).
Chiaramente ha molto più senso che Fastweb e Vodafone utilizzino la stessa rete mobile, che è oggi di proprietà indiretta di Swisscom.
La variazione arriverà, ma serve tempo, perché spostare tutta la rete da un operatore a un altro non è proprio una passeggiata, probabilmente Fastweb dovrà inviare anche nuove SIM agli utenti (o almeno a una parte di essi, quantomeno a quelli con tecnologia 4G), realizzando quindi fisicamente il passaggio. Ma, come detto, serve tempo, anche perché Fastweb e Vodafone continuano a operare come società distinte in questa fase e considerando gli accordi precedenti di Fastweb con WindTre, per lo sviluppo della rete 5G in comune, l’eventuale abbandono dell’ex partner potrebbe avere anche delle implicazioni con gli accordi precedentemente siglati.
Quindi assisteremo, presumibilmente, nel corso del 2025 e probabilmente anche in parte del 2026, a una transumanza da parte dei clienti di Fastweb Mobile verso la nuova rete Vodafone.
Fastweb è ancora un operatore virtuale?
Come detto in precedenza, Fastweb è sempre stato un operatore virtuale ma ciò è parzialmente inesatto. Infatti già nel 2019 il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico, oggi conosciuto come Ministero delle Imprese e del Made in Italy) aveva rilasciato una licenza MNO (operatore fisico) a Fastweb, in virtù dello sviluppo congiunto con Wind della rete 5G.
Ora Swisscom quindi si ritrova a possedere per intero la rete Vodafone e per metà la rete Fastweb/WindTre in 5G. Un bel problema da risolvere, perché benché Fastweb (e a questo punto magari anche Vodafone) potrebbe lavorare su due reti differenti, comunque industrialmente avrebbe senso limitato.
Quindi? Come si scioglie questo nodo? Le strade potrebbero essere molte, dalla cessione della propria quota, all’acquisizione dell’altra metà, al merge con la rete Vodafone, alla creazione di una nuova company che gestisce tutte le torri di WindTre/Fastweb/Vodafone e molto altro (nessuno può escludere anche una cessione totale della rete, mantenendo solo i servizi e non occupandosi più di torri). Il futuro ci illuminerà su questa strada.
Nel mentre, benché Fastweb sia stato negli ultimi anni erroneamente indicato come operatore virtuale, la risposta alla domanda del titolo è no: Fastweb non può essere considerato operatore virtuale, ma non ora per l’acquisizione di cui stiamo parlando, ma perché già da tempo, da almeno 6 anni, non lo è.
Rete in Fibra di Fastweb e Vodafone
La situazione è diametralmente opposta per quanto riguarda la rete in Fibra, infatti storicamente Fastweb è stata pioniera nello sviluppo di tale tecnologia in Italia, con migliaia di km posati negli anni soprattutto per quanto riguarda l’FTTH. Un po' di anni fa Fastweb ha unito la propria rete a quella di TIM, creando FiberCop. Quest’ultima è poi entrata nel perimetro delle aziende cedute da TIM a Optics BidCo, di proprietà del fondo americano KKR, attraverso NetCo. Fastweb ha seguito lo sviluppo e ceduto a sua volta la propria parte allo stesso Optics BidCo.
Quindi, osservando oggi l’azionariato di FiberCop vediamo come la rete italiana è posseduta al 37,8% da Optics BidCo S.p.A., controllata indirettamente da KKR, al 16% dal Governo Italiano, mediante il Ministero dell’Economia e delle Finanze, da un fondo lussemburghese (Azure Vista C 2020) e canadese (CPPIB) con il 17,5% ciascuno e da F2i Fibra con l'11,2%.
Come si può notare, quindi, oggi Fastweb non possiede più direttamente la rete, né tanto meno ha proprietà Vodafone, che in queste strutture societarie non ci è mai entrata.
I due operatori hanno quindi mani completamente libere oggi, potendo decidere di adottare rete FiberCop oppure Open Fiber, che a sua volta è posseduta per il 60% da Cassa Depositi e Prestiti (quindi dallo Stato Italiano) e per il 40% dal fondo australiano Macquarie, attraverso Fibre Networks Holdings S.a.r.l (Lussemburgo).
In questo caso quindi probabilmente la situazione non cambierà rispetto a oggi, con Fastweb che adotta principalmente la fibra di FiberCop e Vodafone prevalentemente su OpenFiber; ma avendo mani libere non è detto che questa struttura durerà, ma qui entriamo su un’altra logica e prevedere il futuro è decisamente complesso. Anche perché allo studio c’è un merge tra FiberCop e OpenFiber, per ottimizzare i costi e investire insieme nel futuro. Ma, ripetiamo, qui entriamo nel reame delle ipotesi che è complesso prevedere, soprattutto perché a guidare questa ristrutturazione è il Governo Italiano, insieme ai fondi Macquaire e KKR, e non è detto che tutti gli interessi convergano verso la stessa direzione.
Ciò che invece importa nella logica di questo articolo è che né Fastweb, né Vodafone, hanno la proprietà diretta della Fibra, quindi entrambe sono libere di firmare accordi e usare la rete che meglio si adatta alle loro esigenze, o molto più semplicemente arrivare a coprire tutti i clienti interessati mediante una delle due.